Il nostro è un sistema feudale?
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Il nostro è un sistema feudale?

E se fosse tutta la vicenda polisolidale intrisa di buon feudalesimo?

Non ci sarebbe da stupirsi. Ragioniamoci sopra!

Il sistema feudale era incardinato in un rapporto personale tra il "Signore", la sindaca (?) ed il feudatario (Caria?), vincolato dal giuramento di fedeltà, cioè da un elemento per sua natura intrinsecamente aleatorio, celebrato con la cerimonia di investitura con cui un Homo si faceva di un altro "homo" (Omaggio).

Onorare la Resistenza con un gesto semplice: votare

Ieri, 14 maggio, durante un bellissimo incontro con le classi terze della scuola media dell’Istituto Comprensivo di Sinnai, organizzato dall’ANPI – Sezione Angelo Monni, abbiamo parlato di Resistenza, Costituzione, diritti e doveri.

È stato un dialogo intenso, che ci ha riportato alle radici della nostra democrazia: la lotta dei partigiani e delle partigiane per liberarci dal fascismo e dall’occupazione nazifascista, consegnandoci una libertà vera, concreta, che oggi vive nella nostra Costituzione.

E, in vista del referendum dell’8 e 9 giugno, è fondamentale ricordare quanto afferma l’articolo 1 della nostra Carta:

«La sovranità appartiene al popolo».

Il primo modo per esercitare questa sovranità è semplice e potente: andare a votare.

Il voto non è solo un diritto: è anche un dovere democratico. Non è un gesto simbolico, ma un atto di partecipazione reale, che può incidere concretamente sulla direzione del nostro Paese.

Ogni astensione è una scelta che lascia spazio agli altri di decidere anche per chi tace.

I cinque quesiti referendari su cui saremo chiamati a esprimerci riguardano temi cruciali – eppure, se ne parla pochissimo.

Si propone l’abrogazione di norme relative a:

  • il reintegro al lavoro in caso di licenziamento illegittimo;
  • l’indennizzo per i licenziamenti nelle piccole imprese;
  • la precarietà dei contratti a termine e in somministrazione;
  • la responsabilità del committente negli appalti;
  • le regole per l’acquisizione della cittadinanza italiana.

Temi concreti, che parlano di diritti, lavoro, dignità e inclusione. Temi che incidono sulla vita di milioni di persone.

Ma tutto questo rischia di passare sotto silenzio, se a prevalere sarà l’indifferenza.

Viviamo in un tempo di alta sfiducia verso la politica, in cui è facile dire “non mi riguarda”, o peggio, “me ne frego”. Ma non serve lamentarsi, se poi, quando possiamo contare, ci tiriamo indietro.

I partigiani e le partigiane ci hanno insegnato che la democrazia non è eterna né scontata: va esercitata, difesa, vissuta. E andare a votare significa anche onorare chi ha lottato per conquistarci i diritti, mettendo in gioco la propria vita.

Quindi informatevi. Confrontatevi. Andate a votare.

Non importa cosa votate – o meglio, sì, importa, ma non è questo il punto oggi. L’importante è che nessuno rinunci a far sentire la propria voce.

Perché il voto è libertà.

Habemus Papam

Oggi, 8 maggio 2025, la fumata bianca ha annunciato al mondo l’elezione di un nuovo Papa. Il Conclave ha scelto il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Papa Leone XIV. È il primo Pontefice americano nella storia della Chiesa.

La folla in Piazza San Pietro ha accolto l’annuncio con un misto di sorpresa ed emozione. Ma è stato soprattutto il suo primo discorso a colpire nel segno. Con un sorriso sereno e una voce ferma, Leone XIV ha dichiarato, con parole che risuonano potenti:

«Il primo saluto del Cristo risorto, un saluto di pace, una pace disarmata, disarmante, umile e perseverante che viene da Dio che ci ama tutti incondizionatamente.»

Quattro parole (disarmata, disarmante, umile e perseverante), tutte piene di significato. Una pace senza armi, che dice no alla violenza e alla forza; una pace che sorprende, che fa crollare i muri tra le persone; una pace umile, che non ha bisogno di grandi spettacoli; e una pace che non si arrende.

In un mondo segnato da conflitti dimenticati e tensioni globali, queste parole rappresentano una sfida radicale alla retorica e alla logica del potere.

Ma il discorso di Leone XIV non si è fermato lì. Il nuovo Papa ha insistito con forza sul valore del dialogo, definendolo uno strumento essenziale per la convivenza tra popoli e culture. Ha sottolineato che il dialogo non è solo uno scambio di parole, ma un processo profondo, fondato sull’ascolto reciproco e sul riconoscimento dell’altro come fratello, non come nemico.

Un altro momento simbolico è stato il saluto, in spagnolo, alla comunità peruviana. Durante il suo ministero episcopale in Perù, Leone XIV ha costruito un legame profondo con quella terra e la sua gente. Rivolgersi a loro nel loro idioma è apparso come un gesto sincero, affettuoso, vicino alla gente.

La sua biografia aiuta a comprendere meglio questa visione. Nato a Chicago, città multietnica e dinamica del Midwest statunitense, figlio di immigrati, Leone XIV è cresciuto in un contesto in cui la diversità culturale era parte integrante della vita quotidiana. Ma è soprattutto l’esperienza in America Latina ad aver forgiato la sua identità pastorale, mettendolo a contatto con le sfide delle popolazioni più fragili e vulnerabili.

L’eco dell’elezione è stata immediata anche negli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump ha espresso entusiasmo per l’elezione di un Papa americano, scrivendo:

“Congratulations to Cardinal Robert Francis Prevost, who was just named Pope. It is such an honor to realize that he is the first American Pope. What excitement, and what a Great Honor for our Country. I look forward to meeting Pope Leo XIV. It will be a very meaningful moment!”
(“Congratulazioni al cardinale Robert Francis Prevost, che è appena stato nominato Papa. È un grande onore sapere che è il primo Papa americano. Che emozione, e che grande onore per il nostro Paese. Non vedo l’ora di incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo!”)

Il nome Leone richiama subito alla mente papi decisi, capaci di guidare la Chiesa in momenti difficili. Ma Leone XIV sembra voler dare a quella forza un volto diverso. Non sembra volersi imporre, piuttosto ascoltare. Nei suoi primi gesti c’è qualcosa di familiare e diretto, quasi a dire: “Non sono qui per comandare dall’alto, ma per camminare insieme.”

L’entusiasmo di Trump e di molti conservatori americani – e nel resto del mondo – tuttavia apre interrogativi.

Una cosa è sicura: sui social i commenti non si sono fatti attendere, da parte dei fan di Trump ma anche di chi non lo sopporta.

“He is anti-Trump, anti-MAGA***, pro-open Borders, and a total Marxist like Pope Francis. Catholics don’t have anything good to look forward to. Just another Marxist puppet in the Vatican,” MAGA loyalist Laura Loomer wrote on social media platform X.
(“È anti-Trump, anti-MAGA, pro-confini aperti e un totale marxista come Papa Francesco. I cattolici non devono aspettarsi nulla di buono. Solo un altro burattino marxista in Vaticano,” ha scritto la fedelissima MAGA Laura Loomer su X.)

“Conservative Megyn Kelly quipped: ‘Is it too much to hope that some 20-year-old ran the new pope’s X account and he never looked at it?’”
(“La conservatrice Megyn Kelly ha scherzato: ‘È troppo sperare che qualche ventenne abbia gestito l’account X del nuovo Papa e che lui non l’abbia mai visto?’”)

“Catturd,” a popular conservative account, wrote: “This is so bad.”
(“Catturd,” un popolare account conservatore, ha scritto: “È terribile.”)

Liberal accounts on X mocked MAGA’s reaction to the new pope.
(Gli account liberali su X hanno preso in giro la reazione dei sostenitori MAGA al nuovo Papa.)

“An American pope who fights with JD Vance on Twitter? I am so in,” ex-Obama staffer Jon Favreau wrote on X.
(“Un Papa americano che litiga con JD Vance su Twitter? Ci sto alla grande,” ha scritto Jon Favreau, ex collaboratore di Obama, su X.)

Quindi, come si relazionerà questo nuovo Papa con i leader politici più nazionalisti?

Il suo messaggio, tutto incentrato su pace, inclusione e superamento dei confini, sembra andare in tutt’altra direzione rispetto a certe politiche basate su esclusione, controllo e paura. Se Papa Leone XIV continuerà su questa strada, c'è da scommettere che chi ha una visione più rigida — e diciamolo, anche piuttosto estrema — della società e del mondo, potrebbe restare spiazzato.

Una cosa che colpisce subito è che nel suo primo discorso ufficiale non ha detto nemmeno una parola in inglese. Ha invece scelto di parlare in spagnolo, direttamente ai fedeli peruviani. Sarà solo un dettaglio? O magari è un segnale chiaro: quello di un Papa che guarda più al Sud del mondo che alle superpotenze del Nord?

Non possiamo ancora prevedere la rotta che prenderà questo pontificato, tra riforme, diplomazia e scelte dottrinali. Ma una cosa appare chiara fin da ora: Leone XIV non sembra intenzionato a cedere alla diplomazia di comodo o al calcolo politico. La sua è una scelta netta, radicale: quella della pace disarmata e del dialogo autentico.

Habemus Papam.

E con lui, forse, una Chiesa che sceglie di abitare le periferie del mondo non solo con le parole, ma con i gesti. Una Chiesa che attraversa i confini senza paura, che non si rivolge ai potenti per convenzione, ma tende la mano a chi resta ai margini. Il saluto in spagnolo alla comunità peruviana – unito alla scelta di non usare l’inglese – sembra andare oltre la semplice preferenza linguistica: è un gesto simbolico, che volge lo sguardo verso Sud. Un segnale discreto ma chiaro, che lascia intravedere a quali voci Papa Leone XIV voglia dare priorità.

*** Nota: MAGA
MAGA (Make America Great Again) è un movimento politico che chiede rigidi limiti sull'immigrazione e un ritorno alle politiche e pratiche precedenti alla globalizzazione, in particolare a quelle vigenti prima dell'era della globalizzazione iniziata alla fine del XX secolo. Il movimento è nato durante la campagna presidenziale del 2016 di Donald Trump. Il suo nome deriva dallo slogan della campagna: Make America Great Again (“Rendere l’America di nuovo grande”).

Il futuro non si aspetta: si costruisce ripartendo dai giovani, con visione, idee chiare e anche un po’ di coraggio.

Oggi, purtroppo, Sinnai si presenta ancora come una cittadina spenta, grigia, disordinata e trascurata. Gli spazi pubblici sono spesso lasciati all’abbandono, e tanti angoli che potrebbero diventare luoghi di incontro per la comunità – come le piazzette – restano chiusi o inutilizzabili. I nostri ragazzi non hanno spazi sicuri dove incontrarsi, giocare, o semplicemente passare un pomeriggio all’aria aperta. Così, finiscono per ritrovarsi un po’ a caso: sulle panchine, vicino alle macchinette delle bibite, senza un posto vero dove stare insieme.

Durante la campagna elettorale del 2024, avevamo proposto delle soluzioni per cambiare questa situazione, partendo dal verde pubblico e dagli spazi per la socialità. Una delle idee era quella dei “parchi giochi diffusi” – aree colorate, semplici ma curate, distribuite in tutto il paese e all’interno dei cortili delle scuole. L’obiettivo era restituire vivacità e colore a Sinnai, partendo dai più giovani. Il progetto fu presentato pubblicamente il 30 maggio, e consisteva in una soluzione che si sarebbe potuta realizzare in tempi rapidi, con costi sostenibili. E avrebbe avuto un impatto immediato sulla vita quotidiana dei cittadini. Ma, come sappiamo, il risultato delle elezioni non ci ha permesso di portarlo avanti.

Il tema, però, resta ed è oggi più urgente che mai. A Sinnai ci sono pochissime alternative di svago per i ragazzi. Le opportunità sono scarse, e chi non ha la fortuna di potersi spostare altrove finisce spesso senza nulla da fare.

Il mondo dei giovani è cambiato velocemente: è digitale, iperconnesso, ma anche solitario e con sempre meno occasioni per stare insieme davvero. Per questo servono luoghi nuovi, pensati per loro: un cinema, una sala giochi, spazi ricreativi dove potersi esprimere, fare attività, crescere insieme.

E se guardiamo fuori, nel resto d’Europa, vediamo che altre città hanno fatto scelte concrete in questa direzione. A Copenaghen ci sono parchi pubblici in ogni quartiere, aree giochi sicure e percorsi pensati per far incontrare le persone. A Barcellona si organizzano attività culturali all’aperto, e i centri sociali giovanili sono ovunque. Lisbona ha puntato su parchi tematici e centri multifunzionali, dove i ragazzi possono fare sport, musica, arte o semplicemente passare del tempo insieme. Non è un caso: è una scelta consapevole, quella di investire nei giovani come risorsa per il futuro.

Anche noi dobbiamo fare questa scelta. E no, non basta dire “c’è l’oratorio”, o “c’è il teatro”, o “c’è la biblioteca” o “c’è il MuA”. Tutte realtà preziosissime, certo. Ma non sono sufficienti. Serve una rete più ampia, moderna e accessibile a tutti.

Un passo fondamentale, su cui insistiamo da tempo, è la collaborazione tra Sinnai, Settimo e Maracalagonis. Siamo vicini, ma è come se fossimo lontani. Oggi spostarsi da un paese all’altro è complicato, soprattutto per i più giovani. Non si tratta solo di raggiungere un centro sportivo o un gruppo di amici, ma anche di poter andare al Poetto o al cinema, o semplicemente trascorrere una serata a Quartu o a Cagliari, senza dover dipendere dai passaggi, dalle auto dei genitori o da lunghi tragitti a piedi.

Purtroppo, il servizio ARST, che dovrebbe agevolare questi collegamenti, è rimasto fermo a un’altra epoca – diciamocelo, ai tempi di Noè – e negli anni è peggiorato, non migliorato. Corse insufficienti, orari scomodi: tutto ciò rende difficile persino immaginare una vera "mobilità giovanile" tra paesi vicini, figuriamoci viverla.

Immaginate una rete intercomunale moderna, con trasporti efficienti e pensati per i bisogni reali delle persone (studenti, lavoratori, famiglie), e con spazi ricreativi condivisi tra Sinnai, Settimo e Maracalagonis, collegamenti con Quartu, Cagliari e il litorale. Questo cambierebbe radicalmente la qualità della vita per tutti i Sinnaesi. Vi rendete conto?

La popolazione di Sinnai cresce, e con essa anche i bisogni della gente. Non possiamo più permetterci di lasciare i nostri giovani in secondo piano. Il futuro di Sinnai può davvero essere più verde, più accogliente, più vivo. Ma per arrivarci, serve l’impegno di tutti: amministrazione e cittadini, insieme.

Perché un paese che non ascolta i suoi ragazzi, che non li mette al centro delle scelte, è un paese che rischia di restare fermo. E noi, invece, vogliamo andare avanti.

 

 

 

 

*********** "Nighthawks" di Edward Hopper è un'iconica opera che cattura una scena notturna in un diner vuoto. La luce al neon illumina i clienti isolati all'interno, creando un'atmosfera di solitudine e distacco. Nonostante la vicinanza fisica, i personaggi sembrano immersi nei propri pensieri, separati dal mondo esterno e dalle altre persone. Il dipinto esplora temi di isolamento, alienazione e la quiete inquietante di una città che non dorme mai, ma che appare vuota e silenziosa. ******************************

Pari Opportunità: superare le barriere tra legge e cultura

Recentemente, durante l'ultima seduta di Consiglio, la votazione sul documento delle pari opportunità è stata rinviata a causa dell'assenza di alcuni consiglieri di maggioranza. Nonostante le dichiarazioni in aula facessero presagire l'approvazione unanime del documento, questo rinvio mi ha fatto riflettere sull'importanza delle politiche delle pari opportunità. Non si tratta solo di un tema legato a leggi e regolamenti, ma di una questione che coinvolge la cultura, le pratiche sociali e le barriere invisibili che ancora impediscono a molti cittadini di accedere a pari opportunità.

L'Articolo 3 della Costituzione italiana sancisce il principio di uguaglianza: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche o condizioni personali e sociali.

La Rappresentanza Politica é un Esercizio Impegnativo - Dimissioni d'Aprile

Il/la sottoscritto/a ……consigliere comunale del Comune di Sinnai e componente della prima commissione consiliare permanente causa sopraggiunte e insormontabili divergenze sulla attività della Commissione rassegna le proprie dimissioni dalla stessa”.  

 Il 2 Aprile 2025 con dimissioni fotocopia i tre consiglieri di maggioranza della I Commissione Controllo e Garanzia hanno rassegnato le dimissioni.

La politica è un campo complesso, dove ogni decisione comporta conseguenze e responsabilità. Non possiamo aspettarci che tutti siano sempre d’accordo su ogni questione. La ricchezza della politica risiede nella varietà di opinioni e nella capacità di mettere a confronto posizioni diverse per giungere a una sintesi condivisa. Le divergenze non devono essere viste come ostacoli, ma come opportunità per crescere, migliorare e approfondire le questioni. È attraverso il dibattito che possiamo sfidare le nostre convinzioni, comprendere meglio gli altri e lavorare insieme per il bene comune.

 Click day  (dal nostro corrispondente da Manila)

Click day (dal nostro corrispondente da Manila)

  Caro Aldo , il livello di commistione di tutta la vicenda della " Polisolidale" e dintorni,  rivela che l'abitudine verso l'inopportunità di certi ruoli e funzioni  fa serenamente enunciare al consigliere  Massimo Leoni   l' idea che il suo vantato ed esplicitato osservatorio privilegiato è proprio il luogo  in cui non dovrebbe stare, per poter controllare meglio i diversi versanti della vicenda : quello degli amministratori di sostegno ben oltre ed alla pari dei giudici tutelari , quello dei servizi erogati . Elly Schlein in genere è consultata e autorizza personalmente il post del consigliere Leoni / Atos ,il più robustone dei tre moschettieri del romanzo di Dumas ? Lo fa la sindaca Pusceddu al posto di Elly ? Le risulta che il consigliere Leoni nel suo ruolo di amministratore di sostegno in passato abbia  anche scelto e pagato personale da lui selezionato, per erogare servizi ai beneficiati della sua supervisione assistenziale in  vece del Giudice Tutelare ? Tutte cose sicuramente legittime, ma inopportune se il consigliere " Massimo / Athos ,fosse stato anche consigliere comunale,  salvo che il lui stesso non creda di far parte di un consiglio comunale composto da " cloni " della sindaca Pusceddu , tenuto alle   regole dei commilitoni dei moschettieri del Re del   romanzo di Dumas.  No, signor Leoni , lei deve dare le dimissioni o da consigliere o da tutore legale o amministratore di sostegno, non so.

Amici  bene informati, verbalmente,  confidando sulla nostra discrezione , ci hanno smentito  nell' opinione che ci eravamo costruiti nel tempo , sull’ ispirazione istituzionali del Consigliere   Massimo    Pensavamo,  sbagliando,  che il sistema di controllo e bilanciamento dei regimi liberali   fosse solo limitato (per Athos/ Leoni  alle semplicistiche regole dei moschettieri del Re di Francia,  Louis XIV.  Il giuramento di fedeltà   “Athos/ Leoni Massimo”  è invece , secondo il nostro informatore, immersivamente coinvolto nelle abitudini degli influencer nostri contemporanei. Il nostro moschettiere   ha infatti sollecitato, nella chat da lui più amata, quella del potere, a partecipare con un "click day" approvativo del suo alato pensiero .È la vita di apparente trasparenza del potere “'rianimabile" per mezzo dei social ! Forza Athos ,Forza Paris , no, Forza Manila, volevo dire!


Etichetta e Comunicazione Professionale: Un Confronto tra Gran Bretagna e Italia

In un mondo sempre più interconnesso, la qualità della comunicazione e la capacità di argomentare in modo rispettoso e produttivo sono elementi essenziali per il buon funzionamento di qualsiasi società. La mia esperienza professionale in Gran Bretagna, dove ho lavorato in diversi dipartimenti governativi (sia locali che centrali), mi ha fatto riflettere profondamente sulle differenze culturali nel modo in cui vengono affrontate le discussioni e le controversie. In particolare, il rispetto delle procedure formali e delle norme di etichetta in contesti professionali e politici è molto più radicato rispetto a quanto avvenga in Italia, dove la comunicazione spesso sfocia in scontri emotivi e accusatori.

Dalla Visione condivisa alla realtà: la chiave per progetti di successo

In ogni progetto, la collaborazione tra tutte le parti coinvolte è essenziale per raggiungere il successo. Quando ognuno contribuisce verso un obiettivo comune, si crea un ambiente di lavoro che stimola il confronto e la crescita reciproca.

Ma come si raggiunge questa collaborazione? La chiave sta in una visione condivisa.

Avere una visione chiara aiuta a ridurre i conflitti, evita sprechi di risorse e permette a ciascuno di comprendere il proprio ruolo nel raggiungimento dell’obiettivo comune. Quando tutti si riconoscono in questa visione, il lavoro diventa più coeso e motivato, con ogni contributo che viene apprezzato e indirizzato verso risultati concreti. Questo è un processo che richiede attenzione, comunicazione continua e un impegno costante a imparare e migliorarsi.

A proposito dei video sul rimboschimento...(di Roero Brusori)

É assolutamente sconfortante la scoperta di quanto sia facile da parte di tutti noi dimenticarci di problemi fondamentali rispettosi della ns. vita sociale attuale e futura.

Il problema rappresentato dal servizio è senza dubbio tragicamente realistico, ma denota quanto la deriva consumistica e individualistica che noi tutti condividiamo su base costante e di cui siamo indubbiamente tutti responsabili possa renderci inopinatamente ignavi ed accidiosi ad ogni inciampo potenziale del nostro percorso sociale.

Oltre i confini. Riflessioni sul diritto di Migrare.

Il dibattito sulla migrazione è sempre stato al centro delle discussioni politiche e sociali, ma negli ultimi anni ha acquisito un'importanza ancora maggiore, alimentato da conflitti globali, crisi economiche e sfide politiche interne. Spesso, il tema viene affrontato da diverse prospettive, ma raramente si considera in modo completo, unendo gli aspetti umanitari e quelli economici, e riflettendo sul diritto umano di muoversi liberamente nel mondo.

Da ex emigrata, sento particolarmente questo dibattito. Quando si parla di italiani emigranti, il discorso sembra concentrarsi quasi sempre sui "cervelli in fuga" o su altri aspetti positivi, implicitamente assegnando agli italiani il diritto alla libertà di movimento e alla scelta del luogo dove vivere, lavorare e costruirsi una famiglia. Tuttavia, questa stessa cortesia non sembra essere sempre estesa a chi migra verso l’Italia, soprattutto a chi proviene da paesi come l’Afghanistan, l’Iraq o da altre zone in conflitto.

Chi in una democrazia è sciolto dalle leggi?

Chi in una democrazia è sciolto dalle leggi?

Non concordo con Andrea Pubusa, già professore di Diritto Amministrativo nella facoltà di Giurisprudenza di Cagliari (vai al link:   https://www.democraziaoggi.it/?p=8954#comment-19435)

.. “nè reiterata né grave”..? Ci sono inadempienze previste per legge, che contempla la decadenza di chi ne è responsabile. La gravità evidentemente è ritenuta tale, se la “pena” è la decadenza.

 La legge cui si sono richiamati i componenti del Collegio elettorale regionale mi pare non debba considerare “la reiterazione”, per il semplice fatto che è impossibile che essa si manifesti nel caso di specie. Si dovrebbe accedere infatti a nuove elezioni per riconoscerla ancora.

Ci sono state situazioni, in assemblee di rango inferiore, per utilizzare codici linguistici o tecnici, che piacciono al professore, che furono minacciate di scioglimento dall’allora esistente Coreco perché si erano ostinate a non volere dichiarare ineleggibile un componente appunto ineleggibile, che rientrava perfettamente nelle categorie escludenti previste dall’ordinamento.

Trasparenza e qualità nei contratti pubblici: riflessioni e suggerimenti per una buona amministrazione

Amministrare la cosa pubblica è una delle responsabilità più delicate e fondamentali, perché incide direttamente sulla vita delle persone e sullo sviluppo della comunità. Tuttavia, osservando lo stato dei lavori pubblici a Sinnai, emergono diverse problematiche nella gestione delle gare d'appalto e nell'esecuzione dei contratti. A guardare da fuori, sembra che ci sia ancora molto da fare per far sì che Sinnai diventi davvero competitiva, fiera, pulita e ben amministrata. Insomma, per realizzare quella “Altra Sinnai” che ci è stata promessa in campagna elettorale.

A volte, guardare la situazione da una prospettiva esterna, frutto di esperienze internazionali, può fare la differenza. Avendo lavorato a lungo nella valutazione di gare d'appalto e nella gestione di contratti pubblici in Inghilterra, credo che ci siano delle buone pratiche che potrebbero migliorare la gestione dei contratti pubblici a livello locale, aumentando sia la qualità che l'efficienza.

Le gare d’appalto in Italia sono pensate per garantire trasparenza e concorrenza, con l’obiettivo di trovare il miglior rapporto qualità-prezzo. Quando un’amministrazione seleziona un fornitore, prende in considerazione diversi fattori, tra cui il prezzo e la qualità del servizio. Tuttavia, in certi casi, sembra che alla fine prevalga il prezzo più basso, anche a discapito della qualità.

Un racconto di fantasia? No, solo un episodio di ordinaria amministrazione in quel di Sinnai.

Questa è la storia di un residente di Sinnai che, suo malgrado, si è ritrovato coinvolto in un caso burocratico che, ahimè, ad oggi rimane ancora senza risposta. La sua vicenda, che riguarda la gestione dei suoi dati personali da parte delle amministrazioni pubbliche, solleva interrogativi fondamentali su come vengono trattati i dati sensibili e su quali siano i diritti dei cittadini quando si verificano errori. Ma andiamo con ordine.

Tutto inizia quando il residente di Sinnai riceve una comunicazione ufficiale da parte di un Ministero, avvisandolo della necessità di fornire una serie di dati per evitare l’incorrere in sanzioni. Confuso e senza la minima idea di cosa si tratti, è costretto a chiedere chiarimenti. Come spesso accade in Italia, niente è mai semplice. La risposta del Ministero lo indirizza a un ufficio regionale, che a sua volta lo rimanda, all’ufficio comunale di Sinnai. Una catena di "vai e torna", che culmina con un codice che il residente utilizza per effettuare una piccola ricerca online. Risultato? Finalmente scopre che si tratta di un caso di omonimia: il suo nome è stato erroneamente associato a una questione che non ha nulla a che fare con lui.

E così, si vede costretto a fare formale richiesta al Comune. La sua PEC, nella quale chiedeva non solo la rimozione dei propri dati personali dal database in questione, ma anche chiarimenti su eventuali altri dati divulgati a terzi in maniera impropria, nonché informazioni su quali misure il Comune di Sinnai intenda adottare per prevenire situazioni simili in futuro, viene protocollata a fine novembre 2024. Tuttavia, ad oggi, la richiesta rimane senza risposta.

Capirete bene che questo episodio scatena una serie di domande sulla gestione dei dati personali e sul rispetto del GDPR da parte degli enti pubblici.

La gestione dei dati personali non può essere ignorata. Le richieste dei cittadini non possono essere lasciate senza risposta, specialmente quando riguardano la privacy.

Alla sottoscritta, questa situazione pare un po' surreale. Non perché non sia possibile che accada un errore del genere, ma perché ci sono regole sul GDPR che vanno rispettate. E queste regole sono molto chiare. Nei miei ruoli precedenti, prima presso l'autorità locale londinese e poi per il governo britannico, il GDPR non era solo una questione di teoria, ma qualcosa di pratico che riguardava ogni singola persona che trattava dati. Si chiedeva periodicamente non solo di partecipare a un corso di formazione iniziale sul GDPR, ma anche a "refresher" periodici, ogni sei mesi circa. È giusto sottolineare che questi corsi erano obbligatori per tutti (ogni grado di ruolo: dal messo fino al Ministro!).

Il processo era semplice e rigoroso: dovevamo completare il corso, sostenere un test e ricevere un certificato finale per dimostrare che avevamo davvero assorbito quelle informazioni e che sapevamo cosa fare in materia di gestione dei dati personali. Un sistema che, seppur stringente, garantiva che ogni membro dell'amministrazione fosse sempre aggiornato e pronto a rispettare le normative, senza scuse.

Cos'è il GDPR e perché è rilevante per i cittadini?

Il GDPR (General Data Protection Regulation) è un regolamento dell'Unione Europea che disciplina il trattamento dei dati personali. Ha l’obiettivo di garantire una protezione più rigorosa dei dati personali dei cittadini europei e di stabilire regole più trasparenti per il trattamento di tali informazioni da parte di enti e aziende.

In base al GDPR, un dato personale è qualsiasi informazione che possa identificare direttamente o indirettamente una persona fisica. Questo include nome, indirizzo, numero di telefono, indirizzo e-mail, dati bancari, dati di geolocalizzazione, e anche identificatori digitali come indirizzi IP o cookie. La normativa, quindi, si estende a un'ampia gamma di informazioni che, anche se prese singolarmente potrebbero sembrare irrilevanti, potrebbero insieme permettere di identificare una persona.

Il GDPR e le amministrazioni pubbliche

Anche le amministrazioni pubbliche, come i Comuni, devono conformarsi al GDPR, con l’obbligo di trattare i dati personali in modo sicuro e di rispettare i diritti dei cittadini. Quando si verificano violazioni, come nel caso di un’erronea divulgazione dei dati, le amministrazioni devono adottare misure correttive tempestive, informare gli interessati, e, se necessario, segnalare l’incidente alle autorità competenti. Inoltre, devono garantire che non si ripetano errori simili in futuro, rivedendo processi, regolamenti e tecnologie utilizzati.

Ecco perché questa situazione a Sinnai mi sembra tanto surreale: sorge il dubbio che gli impiegati e i funzionari del Comune di Sinnai siano stati adeguatamente formati sull'importanza della gestione dei dati personali e sulle regole del GDPR. Se la gestione dei dati personali è affidata a chi non conosce la materia, è inevitabile che ci siano disguidi e situazioni simili a quella vissuta dal nostro residente.

Cosa avrebbe dovuto fare l'amministrazione comunale?

Secondo le leggi in vigore, l'amministrazione comunale, nel caso in questione, avrebbe dovuto eseguire una verifica interna per determinare la portata dell'incidente, confermando quali tipi di dati personali, oltre all'indirizzo e-mail, fossero stati condivisi erroneamente con la RAS, il Ministero in questione o altri enti. Se fossero stati coinvolti dati sensibili, come quelli relativi alla salute, alle opinioni politiche, o altre informazioni particolarmente protette dal GDPR, sarebbe stata una violazione grave.

Le azioni che l'amministrazione avrebbe dovuto intraprendere includono:

  • Informare il residente su quali dati sono stati erroneamente divulgati.
  • Indicare quali misure correttive sono state adottate o sono in corso per risolvere la situazione.
  • Se necessario, informare se l'incidente è stato notificato all'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, come previsto dal GDPR in caso di violazioni gravi.

Inoltre, l'amministrazione avrebbe dovuto mettere in atto misure correttive per evitare che simili incidenti accadano in futuro. Tra queste, potrebbero esserci azioni come:

  • Rivedere i processi di gestione dei dati: verificare come vengono trattati i dati personali, garantendo che solo il personale autorizzato abbia accesso a tali dati.
  • Implementare nuove procedure interne per il trattamento dei dati personali, migliorando la sicurezza e riducendo i rischi di divulgazione non autorizzata.
  • Formare adeguatamente il personale su come gestire correttamente i dati sensibili e sulle implicazioni legali di una violazione del GDPR.

Comunicazione e trasparenza

Nel caso in questione, si sarebbe dovuto comunicare all’interessato le azioni correttive intraprese. La comunicazione avrebbe dovuto essere chiara, precisa e contenere:

  • Le misure adottate per proteggere i dati personali in futuro.
  • Eventuali passi da intraprendere per l’interessato, come aggiornamenti o correzioni ai propri dati.

Il principio di trasparenza previsto dal GDPR implica che l’amministrazione debba essere chiara e informativa nei confronti dei cittadini. Non rispondere a una richiesta di chiarimenti non solo compromette la fiducia dei cittadini, ma potrebbe esporre l’amministrazione a sanzioni da parte dell’Autorità Garante se non vengono rispettati gli obblighi di comunicazione e gestione dei dati.

Conclusioni:

Il caso di Sinnai è un chiaro esempio di come una semplice disattenzione nella gestione dei dati personali possa dar vita a una situazione complessa, che tuttora rimane in sospeso.

Per questi motivi, è sempre più importante che i cittadini siano ben informati sui propri diritti legati al GDPR e sulle modalità di gestione dei propri dati.

Le amministrazioni pubbliche, come i Comuni, devono essere in prima linea nell’adottare misure di sicurezza adeguate e nel garantire che i cittadini possano esercitare i loro diritti senza ostacoli. In questo contesto, la figura del Responsabile della Protezione dei Dati (DPO), dovrebbe essere una garanzia di conformità al GDPR per ogni amministrazione.

Sorgono due domande importanti:

  • Esiste un DPO nel Comune di Sinnai?
  • In assenza di un DPO o di procedure precise per il trattamento dei dati personali, possiamo considerare i nostri dati personali davvero sicuri nel Comune di Sinnai?

 

Daniela Pau

27 Gennaio, non sia solo Giorno della Memoria (storica)

Il 27 Gennaio è la giornata internazionale di commemorazione, il Giorno della Memoria, perché in quel giorno del 1945 le truppe dell' Armata Rossa scoprirono il campo di concentramento di Auschwitz e liberarono i superstiti. La scoperta del campo e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.

Shoah in ebraico significa «tempesta devastante» (dalla Bibbia, per es. Isaia 47, 11). Con questo termine si indica lo sterminio del popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale.

È bene ricordare che nel novembre del 2005, con Risoluzione 60/7, rifiutando qualsiasi negazione dell’Olocausto come evento storico,  l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite condannò “senza riserve” tutte le manifestazioni (su base etnica o religiosa) di intolleranza, incitamento, molestia o violenza contro persone o comunità. I punti essenziali del testo risiedono nel suo duplice approccio che consiste sia nel ricordo di coloro che furono massacrati ma anche nel proposito di educare le generazioni future affinché questi orrori non vengano ripetuti.

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