Dal 1° luglio 2025 entrerà in vigore a Sinnai la TARIP, la nuova tariffazione puntuale dei rifiuti. Un sistema che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe premiare i comportamenti virtuosi e responsabilizzare le utenze in base alla quantità effettiva di rifiuti prodotta.
Ma l’avvio a metà anno pone subito una domanda fondamentale:
- Quanti svuotamenti sono inclusi nella tariffa 2025?
Il Regolamento comunale prevede 40 svuotamenti minimi all’anno per le utenze domestiche. Tuttavia, la TARIP sarà in vigore solo da luglio a dicembre 2025, quindi per metà anno.
Ci chiediamo:
- Gli svuotamenti inclusi saranno proporzionati a 6 mesi (cioè 20)?
- Oppure i cittadini pagheranno per 40 svuotamenti anche se potranno usufruirne solo per metà anno?
Nel Regolamento approvato non ci sono risposte chiare. Mancano:
- indicazioni specifiche per il semestre 2025;
- strumenti di comunicazione chiara ai cittadini su soglie, eccedenze e comportamenti virtuosi.
Questa incertezza rischia di creare confusione, iniquità e sfiducia, proprio all’avvio del nuovo sistema.
Senza chiarimenti, i rischi sono concreti:
- Le famiglie potrebbero pagare per un servizio non erogato interamente.
- Potrebbero superare la soglia virtuale dei 20 svuotamenti senza esserne avvisate.
- La campagna informativa non è ancora partita. Quando comincerà? E come?
Chiediamo al Comune di rispondere subito a 3 domande chiave:
- Quanti svuotamenti sono inclusi nella quota variabile 2025?
- Come verranno gestiti e comunicati ai cittadini gli eventuali svuotamenti eccedenti rispetto alla soglia inclusa?
- Quando e con quali strumenti i cittadini potranno vedere i propri dati di conferimento?
Con la TARIP, la parte variabile della bolletta si baserà sul secco residuo non riciclabile. Il principio è corretto: chi inquina di più, paga di più. Ma nella pratica, ci sono criticità:
- Le frazioni riciclabili (plastica, carta, vetro, umido) non vengono valorizzate nel calcolo. Questo potrebbe portare a comportamenti scorretti:
- inserire rifiuti sbagliati nel multimateriale per ridurre il secco;
- abbandonare rifiuti o eludere il sistema.
- Famiglie numerose, con neonati, disabili o malati producono più secco per ragioni oggettive. Ma non sono previsti correttivi sociali, salvo un’unica eccezione: nuclei familiari con almeno un componente portatore di handicap con invalidità certificata uguale o superiore all’80% e con Isee del nucleo familiare non superiore a € 9.530,00.
- I cittadini non sanno:
- quanto pagheranno in bolletta;
- se ci sono premi o penalità legati ai loro comportamenti.
Chi si impegna a differenziare non ha modo di capire se e quanto risparmia.
Per rendere la TARIP davvero equa, proponiamo:
- Una pagina personale per ogni utenza, accessibile da app o sito web, che mostri:
- quantità mensile del secco;
- costo stimato;
- storico dei conferimenti.
- Introduzione di indicatori qualitativi, per premiare la qualità della raccolta e la riduzione dei rifiuti.
- Pubblicazione periodica di dati aggregati, come:
- media del secco prodotto per tipologia di utenza;
- percentuali di utenti sopra soglia;
- distribuzione dei costi in base al peso.
C’è poi la questione degli incentivi ambientali. Dove vanno a finire?
Il Comune potrà ottenere fondi e premi se migliora la raccolta differenziata. Ma i cittadini si chiederanno: noi cosa riceviamo in cambio?
Chiediamo che l’Ente:
- renda pubblici gli importi ottenuti;
- spieghi come verranno usati, ad esempio per:
- migliorare i servizi;
- potenziare gli impianti di riciclo;
- educare alla sostenibilità;
- premiare gli utenti virtuosi con sconti o bonus.
Rimangono anche dubbi tecnici e gestionali:
- Sistemi di rilevatura: quanto sono precisi? Sono previsti controlli?
- Diritto di contestazione: il cittadino può contestare pesi errati? Ad oggi non è chiaro.
- Costi del sistema: tecnologie, software e RFID sono stati rendicontati? O finiranno tutti in bolletta?
- Comportamenti scorretti: il rischio di abbandoni o trucchi è reale. Servono:
- campagne educative,
- progetti scolastici,
- iniziative pubbliche per ridurre i rifiuti alla fonte.
- Trasparenza normativa: mancano riferimenti chiari alle delibere ARERA. I dati fondamentali (PEF, soglie, costi al kg) non sono accessibili. E non c’è stata alcuna partecipazione pubblica nella progettazione del sistema.
La TARIP può essere un cambiamento positivo. Ma perché funzioni e sia accettata, servono:
- Chiarezza subito sulla fase transitoria del 2025;
- Trasparenza e strumenti semplici per ogni cittadino;
- Un sistema che premi anche la qualità della raccolta e la responsabilità individuale.
Sinnai ha ancora l’opportunità di rivedere le scelte fatte e dimostrare che è possibile coniugare sostenibilità, giustizia sociale e trasparenza.