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Inaugurazione nel caos: scuola ancora incompleta dopo due settimane

Sono passate due settimane dall’inizio della scuola e l’edificio di via Caravaggio è ancora, di fatto, un cantiere. Gli studenti raccontano ai genitori che i lavori proseguono persino all’interno, nei laboratori, che restano chiusi.

Risultato? Niente palestra, niente laboratori, niente spazi esterni.

Abbiamo una scuola “nuova” che viene utilizzata nei pochi spazi disponibili — perché non ce ne sono altri — ma che, in qualsiasi altra situazione, non dovrebbe nemmeno essere aperta.

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Piscina comunale: promesse al palo, fondamenta al vento

Non vorremmo causare troppi crepacuori, ma dopo aver constatato lo stato attuale della scuola di via Caravaggio, non possiamo certo chiudere un occhio sul destino della piscina comunale.

Per quest’ultima il Comune di Sinnai ha ottenuto fondi PNRR nell’ambito di un progetto dal titolo interminabile:

“PNRR - Missione 5 Componente 2 Investimento/Subinvestimento 2.2. – Piani Urbani Integrati – MINT – Comune Sinnai (CA) – Città Metropolitana di Cagliari – P.U.I. ‘Anello sostenibile Piano Urbano Integrato della Città Metropolitana di Cagliari’ – Realizzazione del Polo Sportivo Acquatico del Comune di Sinnai. Ampliamento e riqualificazione della piscina comunale”.

Un “Polo sportivo acquatico”. Ma cosa significa esattamente? In teoria, strutture moderne per il nuoto, spazi per il pubblico, servizi accessori. A Sinnai, invece, ad agosto 2025 significa solo una distesa di fondamenta e cemento nudo.

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Fondi, proclami e… fuffa

Dopo le dichiarazioni della consigliera Porceddu nell’ultimo Consiglio comunale, quanti di voi hanno davvero accettato il nostro invito a passeggiare per le vie di Sinnai per vedere le opere che, a suo dire, sarebbero state ultimate grazie ai fondi PNRR?

Passeggiando, magari vi siete fermati davanti all’edificio scolastico di via Caravaggio: tra meno di un mese dovrebbe accogliere studenti e insegnanti (la scuola inizia l’11 settembre, non dimentichiamolo). È davvero pronta come da progetto… o serve ancora un pizzico di fantasia per immaginarla tale? Oppure l’apertura slitterà ancora una volta?

E se vi siete spinti un po’ più in là, vi sarà capitato di incrociare la piscina comunale, quella che avrebbe dovuto essere pronta e consegnata a dicembre 2024. Per ora, l’unica “tuffata” possibile è tra i cumuli di terra che soffocano le piante… e i ritardi che continuano ad accumularsi.

Passeggiando per via Roma, magari avete notato lo stato dell’edificio che una volta era il cinema Roma. La nuova biblioteca? Per ora, si perde nella lunga e prevedibile commedia dei cantieri infiniti.

Quanti soldi sono stati spesi finora? Quali saranno i tempi reali di consegna? E soprattutto: serviranno altri fondi o si riuscirà a rientrare in quelli già assegnati?

Domande che restano sospese, mentre puntuale arriva il nuovo annuncio trionfale. A luglio la Giunta ha sventolato l’ennesima medaglia: 1.275.000 euro dal bando Sport e Periferie 2025 per riqualificare gli impianti sportivi di Sant’Elena. Solo 60 progetti approvati in tutta Italia, due in Sardegna, e uno proprio a Sinnai. Ovviamente, giù fanfare e squilli di tromba: comunicati autocelebrativi, parole d’orgoglio, promesse di inclusione, coesione sociale e “benessere collettivo”.

Per carità, intercettare bandi e portare a casa finanziamenti è un merito. Ma il punto non è mai stato questo. La vera questione è come quei soldi vengono spesi: quanti finiranno davvero sul campo, sugli spalti, negli spogliatoi? E quanti invece si disperderanno tra perizie, consulenze e pareri tecnici? E soprattutto, come verranno assegnati i lavori: alla ditta più competente o sempre e solo al miglior offerente, a discapito della qualità e senza considerare chi è davvero in grado di portare a termine i cantieri nei tempi previsti?

Finché i cittadini resteranno divisi tra applausi e fischi, la propaganda continuerà a riempire il vuoto lasciato dai fatti. Ma sotto tutta la retorica, la realtà parla chiaro: riboschimenti falliti, cantieri infiniti, scuole incompiute, piscine fantasma, cinema abbandonati… il resto? Solo fuffa.

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PNRR: pioggia di fondi o nuvole passeggere?

Scusate se continuiamo a battere sullo stesso chiodo: sappiamo che prima o poi potrebbe piegarsi, ma la dichiarazione di una consigliera di maggioranza merita una pausa, una risata amara e, perché no, qualche riflessione in più.

Secondo lei, il progetto di rimboschimento a Sinnai non graverebbe sulle tasche dei cittadini perché finanziato dal PNRR. Tradotto: niente soldi del Comune, tutto arriva da Roma-Bruxelles. Possiamo dormire sonni verdi e rigogliosi… e se il progetto dovesse andare male? Beh, allora niente panico: non sono mica i nostri soldi, no?

Ma… che cos’è davvero il PNRR? Una pioggia di euro dal cielo? Un generoso regalo di Babbo Natale europeo?

In realtà, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un programma finanziato dall’Unione Europea tramite il Next Generation EU: centinaia di miliardi per rilanciare i Paesi dopo la pandemia. Non è beneficenza, non sono “soldi degli altri”: sono risorse che noi cittadini italiani ed europei contribuiamo a mettere insieme, solo che passano da qualche altra tasca prima di arrivare a Sinnai.

Dire che non sono soldi dei cittadini è un po’ come dire: “Sto spendendo niente, tranquilli” mentre paghi tutto con la carta di credito. Sembra gratis… finché non arriva l’estratto conto.

Detto questo, se Sinnai è davvero riuscita a ottenere fondi PNRR, complimenti. In Italia perdere finanziamenti europei per incapacità progettuale è fin troppo facile: intercettarli è già un merito.

Ma il punto vero è un altro: che senso ha avere tanti soldi se poi non servono a migliorare concretamente la vita dei cittadini? Avviare progetti solo perché “ci sono i fondi”, senza monitoraggio, senza ditte competenti e con risultati rischiosi, è come vincere alla lotteria e spendere tutto in soprammobili.

I fondi dovrebbero lasciare un segno tangibile, duraturo e utile per la comunità. Non servire a dire: “Ce li abbiamo.”

E se i controlli (perché i fondi non arrivano mai “a scatola chiusa”) certificassero l’insuccesso e intimassero la restituzione? Sarebbe la beffa finale.

La verità è che i fondi PNRR non dureranno per sempre. Prima o poi finiranno. E se nel frattempo non saranno stati amministrati bene o, peggio, non saranno stati amministrati affatto, come si garantirà la crescita di Sinnai?

Il rischio è che, evaporata la pioggia di finanziamenti, restino solo cartelli di cantieri e qualche foto sorridente sui social. E noi cittadini più poveri… ma con un bell’album di ricordi da campagna elettorale.

Se il PNRR diventa solo uno slogan o una gara a “chi porta a casa più finanziamenti”, allora sì: avremo tanti progetti da mostrare.

Ma nulla di cui andare fieri.

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Sinnai tra sanzioni e trascuratezza: quando chi punisce va a sua volta controllato

Ci permettiamo di riprendere il post di una nostra concittadina, pubblicato su una pagina Facebook. Una testimonianza amara che solleva interrogativi più ampi sulla coerenza e sull’equità delle politiche comunali.

La protagonista è un’infermiera, cittadina di Sinnai, coinvolta in un episodio emblematico legato alla gestione della raccolta differenziata e al nuovo sistema TARIP.

Racconta di essere stata sanzionata dalla Polizia Locale perché nel sacco del “secco” erano presenti foglie bagnate del giardino – definite “liquami” – e due limoni secchi.

Due piazzette, un video e il grande trucco della distrazione

A Sinnai la magia della comunicazione funziona a meraviglia.

Basta poco: due piazzette – finora chiuse, inutilizzabili, dimenticate – vengono finalmente aperte al pubblico.

Un gesto minimo, di ordinaria amministrazione, trasformato in grande evento grazie a un video promozionale: inquadrature studiate per non mostrare il manto giallo al posto del verde, musica ispirazionale, panchine ripulite, messaggi rassicuranti.

Peccato che sia tutto perfettamente calcolato.

Sì, perché l’apertura delle due piazzette cade – casualmente? – proprio nella settimana in cui i cittadini vengono informati delle nuove tariffe TARIP: la famigerata tariffa puntuale sui rifiuti, con aumenti significativi, criteri opachi e zero comunicazione preventiva.

Nessun incontro pubblico.

Nessuna vera campagna informativa.

Nessuna lettera ai cittadini con spiegazioni chiare, esempi pratici, tabelle di calcolo.
Nulla.

Pulizia e decoro: giusto richiamare i cittadini, ma il Comune dà il buon esempio?

L’11 giugno il Comune di Sinnai, dal suo sito istituzionale, ha lanciato un appello ai cittadini sull’importanza di tenere puliti i propri terreni: tagliare le erbacce, potare le siepi, rimuovere rifiuti, foglie e ramaglie, specialmente se i lotti confinano con strade o marciapiedi, pena l'applicazione di una sanzione amministrativa pari a €250.00 oltre all'obbligo di ripulitura delle aree interessate. Giustissimo. Ci uniamo volentieri all’appello, perché la cura del territorio è una responsabilità condivisa.

Ma a questo punto una domanda è inevitabile: le stesse regole valgono anche per il Comune?

Basta guardarsi intorno: in tante zone di Sinnai, marciapiedi, piazze e strade sono spesso sporchi e invasi da foglie, ramaglie e frutti caduti dagli alberi piantati sul suolo pubblico. Chi deve intervenire in questi casi? Chi si occupa della pulizia costante di queste aree quando lo sporco proviene da piante comunali? E quando la vegetazione invade i percorsi pedonali per esempio, rendendoli pericolosi o inaccessibili, chi ne risponde?

Chi sanziona l’Ente quando non rispetta le stesse regole che impone ai cittadini?

Invitare la popolazione al rispetto dell’ambiente è doveroso. Ma non può esserci un doppio standard: se si chiede senso civico ai cittadini, l’amministrazione deve essere la prima a dimostrarlo, con fatti concreti, ogni giorno.

Insomma, bene le raccomandazioni, ma serve più coerenza. Perché il rispetto dell’ambiente e del decoro urbano non può valere solo a metà. Deve valere per tutti — soprattutto per chi ha il compito di dare l’esempio.

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