Benvenuti a Sinnai, anno 2025.
Dove le rivoluzioni amministrative si fanno in silenzio, possibilmente di sabato sera, e senza disturbare nessuno. Men che meno i cittadini, che saranno certamente felici dell’apertura delle due piazzette (annunciate il 4 luglio, dopo l’entrata in vigore della TARIP e prima dell’annuncio delle bollette digitali).
Ma procediamo con ordine.
Il 1° luglio è entrata in vigore la TARIP, la nuova tariffa puntuale per i rifiuti. Un sistema che, in teoria, dovrebbe far pagare in base a quanto si produce.
Peccato per un dettaglio: nessuno lo sapeva e continua a regnare la confusione. Perché, essendo una parte della bolletta legata agli svuotamenti del mastello dell’indifferenziato, il conguaglio – e quindi la sorpresa – arriverà a fine anno. A meno che il cittadino non tenga un diario preciso di tutti i venerdì in cui ha svuotato il mastello grigio.
E chi non ha ancora ricevuto il mastello nuovo? Chi si è trasferito da poco?
Nessuna lettera. Nessun volantino. Nessuna assemblea. Nessuna comunicazione degna di questo nome fino all’annuncio, a giochi fatti, dell’entrata in vigore delle nuove tariffe.
La perla è poi arrivata dieci giorni dopo, l’11 luglio, quando il Comune si è finalmente degnato di annunciare che da quest’anno le bollette non arriveranno più a casa. Saranno solo digitali.
Geniale.
Due cambiamenti epocali – nuova tariffa + addio alla bolletta cartacea – senza nemmeno uno straccio di campagna informativa.
E i cittadini si chiedono:
"Non ho il computer, non ho SPID e non ho tempo. Ma evidentemente ho troppe pretese."
"L’ho scoperto da un post su Facebook condiviso da mio nipote, ma non ho capito cosa devo fare."
"È vero che il futuro dei nostri figli deve fare i conti con le nuove tecnologie... ma i colpi ad effetto così repentini meritano almeno una riflessione! Le novità importanti si costruiscono con gradualità, informazione e condivisione!"
"Spero sia uno scherzo. Se vuoi che paghi la bolletta, me la devi far arrivare."
"Per molti sarà impossibile pagare in digitale... E se non veniamo ascoltati, c’è solo un modo per protestare: non si paga se non arriva il cartaceo!"
"Ho uno zio che vive solo, ha una casa grande. Paga una marea di soldi… e non c’è proporzione con i rifiuti prodotti."
"Secondo i miei calcoli, dovremmo pagare 233,69 euro in sei mesi: molto più di quanto si pagava prima. E non c’è stata alcuna spiegazione su come vengono calcolate le nuove tariffe."
E quindi? Innovazione o improvvisazione?
Intendiamoci: digitalizzare ha senso, passare a un sistema più equo anche.
Ma farlo all’improvviso, senza avvisare nessuno, senza spiegare come accedere ai documenti, senza offrire alternative, è come dire ai cittadini:
"La porta è aperta. Se non trovate l’ingresso, è colpa vostra."
E infatti:
- Nessuna comunicazione preventiva.
- Nessuna fase di transizione.
- Nessuna assistenza reale.
- Nessuna idea di cosa significhi inclusione digitale.
Chi non ha dimestichezza con la tecnologia? Si arrangi.
Chi non ha SPID? Pazienza.
Chi da vent’anni riceve la bolletta cartacea e non segue i canali social del Comune? Sorpresa: quest’anno devi intuire tutto da solo.
Sarebbe bastato:
- Inviare una lettera informativa cartacea per tempo, e molto prima dell’ introduzione delle nuove tariffe e delle nuove regole.
- Aprire uno sportello di supporto, anche temporaneo.
- Fare una campagna informativa seria, con locandine, incontri, spiegazioni.
Altro che trasparenza: qui si gioca a nascondino con le informazioni, e a perdere sono sempre i cittadini.
E mentre Sinnai continua a essere sporca, i cittadini si ritrovano con:
- Una nuova tariffa imposta senza spiegazioni.
- Bollette digitali annunciate all’ultimo momento.
- Un Comune che scarica la responsabilità su chi “non si è informato abbastanza.”
Questa non è digitalizzazione. È pressapochismo in formato elettronico.
E mentre si parla di “innovazione” e “servizi al cittadino,” i cittadini si trovano soli, disorientati, tagliati fuori. Senza bolletta. Senza informazioni semplici e chiare. Ma con un’unica certezza: pagare sarà più complicato e più oneroso di prima.
Ma tranquilli: nessuno chiederà mai scusa.